“In viaggio verso Dio” di Jasser Auda

Un libro al mese #aprile

Rubrica mensile dedicata ai libri che hanno contribuito a costruire il mio cammino e sono certa informeranno e ispireranno anche te!

30 passi verso Dio guidati dalle massime di Ibn Ata Al-Iskandari (1259-1310), sapiente poliedrico vissuto in Egitto, famoso per aver sistematizzato gli insegnamenti e la biografia del maestro Ash-shadili, fondatore dell’omonima via sufi. Egli scrisse anche un manuale dedicato al dhikr, la pratica della menzione ripetuta del nome di Allah o di formule relative.

Ogni massima è commentato da Jasser Auda, che ha avuto l’intuizione di creare un vero e proprio itinerario di 30 giorni, quanti sono i giorni del mese di Ramadan, il periodo più intenso della vita dei musulmani. Ad ogni massima sono dedicate poche pagine, il libro si presta molto alla lettura quotidiana durante il mese Sacro durante il quale i musulmani e le musulmane si impegnano particolarmente nella preghiera e nella ricerca di conoscenza.

Il libro è una traduzione italiana di Sabrina Lei, una fine studiosa musulmana che da anni si occupa di costruzione di conoscenza e di dialogo. E’ una lettura inconsueta per chi desidera conoscere l’islam più autentico, che non è altro che un insieme di pratiche per sviluppare una relazione intima con l’Eterno, per giungere alla salvezza tramite un dialogo constante con la Trascendenza, che sposta prepotentemente l’attenzione dall’Io. L’Io che ci limita, ci soffoca, impedendo il nutrimento necessario alla nostra realizzazione completa.

La copertina del libro

Nella società contemporanea parlare di Dio è diventato quasi argomento tabù, considerato fuori moda e a molti incomprensibile. Anche l’Islam, spesso viene guardato come un fenomeno sociale e culturale, dimenticando completamente che è una fede con al centro Dio. “In viaggio verso Dio” è un ottimo strumento per tornare all’essenza della fede e fare discernimento, analizzare il proprio cuore per migliorarsi.

“Seppellisci te stesso nella terra dell’anonimato. Un seme, che non viene mai posto sotto terra, non produrrà mai nulla. Nulla è di maggior beneficio al cuore della solitudine, che consente di entrare in una condizione di riflessione”, ci suggerisce Ibn Ata.

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