L’Islam in altre parole #8 riflessione

Rubrica per raccontare l’Islam tra (socio)linguistica, studio ed esperienza.

Scrivo alla fine di un intenso mese di Ramadan trascorso nel digiuno, nella preghiera, avvolta dal suono del Corano e dei canti sacri. Un mese di studio e di insegnamento, di vittorie e sconfitte.

Concentrarsi sull’essenziale, come suggerivo nell‘articolo precedente di questa rubrica, mi ha portato a rallentare il ritmo di lavoro e a diminuire la quantità di impegni. In particolare durante le ultime dieci notti di Ramadan, in cui è consigliabile fare un ritiro spirituale, ho riflettuto sull’importanza della riflessione stessa.

“Nulla è di maggior beneficio al cuore della solitudine, che consente di entrare in una condizione di riflessione” ci suggerische Ibn Ata, protagonista del libro del mese di aprile.

L’invito a riflettere è spesso enunciato nel Corano, si parla del creato come segni per coloro che riflettono o che hanno intelletto. Non un semplice sforzo mentale, ma lo sforzo di sviluppare una profonda comprensione del nostro cuore e di rafforzarlo.

Il processo di riflessione è certamente favorito dallo stato di isolamento e di anonimato che non è un totale distacco dal mondo materiale, ma la ricerca del giusto spazio per un periodo limitato di tempo.

La tradizione ci racconta che il Profeta si ritirava in moschea durante le ultime dieci notti di Ramadan, una pratica chiamata iktilaf, ancora oggi seguita da tantissime persone musulmane. Ibn Ata afferma che c’è una connessione tra questa pratica e la legge universale della creazione divina. Ogni creatura vivente, piante, animali e esseri umani, ha bisogno di trascorrere un periodo nelle tenebre prima di venire alla luce e crescere. Che siano semi nel terreno o embrioni nell’utero materno tutti trascorrono un periodo di isolamento lontano da influenze esterne.

La mente e il cuore hanno bisogno di costantemente di rinnovarsi, di tornare alla luce, e per far questo è necessario concedere loro un momento di buio, di isolamento e solitudine.

Il mio lavoro sulla gestione del tempo mi ha condotto ad una vita lenta e focalizzata sui miei obiettivi. Eppure questo Ramadan ho constatato che non era abbastanza e così ho fatto un enorme sforzo di riorganizzazione delle mie giornate per amplificare ulteriormente il tempo del silenzio e della riflessione, partendo dalle tecniche che sono anche a tua disposizione qui.

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